Legge 104: come funziona?

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La legge 104 è la legge-quadro per i diritti e l’assistenza per i lavoratori affetti da disabilità e per i familiari che li assistono. Ma chi è che ne ha veramente diritto? Che cosa spetta chi può usufruirne.

A chi è diretta

L’articolo 1 di questa norma stabilisce che i disabili che possono usufruire di questa norma i lavoratori disabili che hanno un contratto individuale di un lavoro indipendente, che sia part-time o full-time. Sono esclusi invece, chi ha un lavoro autonomo, a domicilio, i lavoratori agricoli o chi pratica un lavoro domestico e/o familiare. Ciò esclude anche i parenti di lavoratori dipendenti.

La lavoratore disabile, che può usufruire dei diritti stabiliti da questa norma, deve presentare una minoranza, fisica e non, stabili o progressiva, che non gli permetta di apprendere, relazionarsi o comunque causargli svantaggi sociali o emarginazioni. Questa norma si estende anche agli apolidi e gli stranieri, che siano comunque residenti o domiciliato sul territorio italiano.

Ad accertare l’handicap del soggetto che richiede i servizi previsti da questa legge, è una commissione di medici di una ASL. E’ anche possibile che si richieda un parere anche al medico di fiducia del lavoratore.

Come richiedere delle agevolazioni

La prima cosa da fare, se si vuole usufruire da agevolazioni previste di questa legge, è la domanda per l’accertamento di disabilità, a cui si è già accennato in precedenza. Questa richiesta va presentata, per via telematica, all’INPS, oppure, a seconda delle possibilità dell’interessato, presso il Caf, i patronati sindacali o delle associazioni. In alcuni casi, se l’accertamento non ha risvolti positivi, ci si può rivolgere al tribunale civile.

In caso di accertamento positivo, da parte di uno degli enti, si dovranno compilare gli appositi moduli, indicando il permesso o il servizio di cui si vuole usufruire.

Cosa si può richiedere con questa legge

La legge 104 retribuisce dei permessi al lavoratore disabile, ovvero tre giorni di riposo ogni mese, che si possono frazionare in ore per più giorni, o una o due ore di riposo al giorno. E’ necessario, tuttavia, fare delle distinzioni in base agli anni dell’assistito.

Ad esempio, se un genitore ha un figlio disabile con meno di tre anni, può ottenere un congedo più lungo, fino a che il bambino non arriva agli otto anni. Vi è un’eccezione, tuttavia, se il minore in questo è ricoverato presso degli istituti. Generalmente, i datori di lavoro non negano questi permessi.

Questi benefici, tuttavia, non sono cumulabili, anche senza una norma specifica sui preavvisi. Molto dipende dalla tempestività con cui si richiede il permesso.

Con questa legge, si può richiedere un anticipo sulla pensione, se il lavoratore ha un’invalidità che vada oltre il 75 o l’80%. In questo caso, si possono aggiungere due mesi di contributi all’anno, a quelli previsti, e quindi può richiedere la pensione in anticipo di cinque anni, al massimo.