Liberatorie assegni: come emetterla per familiari, impiegati e protestati

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Può capitare che, in alcuni casi, quando si vada a riscuotere un assegno la banca lo rifiuti, soprattutto in tempi di crisi, ed è in quel caso che occorra una liberatoria, da parte di chi lo emette. Per sapere come funziona, si può continuare a leggere la pagina.

Cos’è la liberatoria assegno e come funziona

Se un assegno bancario risulti scoperto, e la banca non provvede al pagamento, il creditore può effettuare un protesto, ovvero rilascia una quietanza liberatoria. Sia per il debitore che per il creditore, emettere questa quietanza è importante. Il debitore, infatti, evita:

  • ulteriori sanzioni, che secondo l’articolo 2 della Legge 386 del 1990, vanno dai 516 ai 6.197 euro;
  • di venire iscritto alla Centrale Allarme Interbancaria (CAI) come cattivo pagatore;
  • il vedersi attivare una procedura di protesto.

Una volta, questa liberatoria doveva essere emessa da un notaio, ma oggi i creditori possono recarsi semplicemente al Comune e richiedere ad un ufficiale preposto un’autenticazione. E’ sempre in Comune che si può richiedere il modulo, oppure si può trovare quest’ultimo online e scaricarlo.

In un caso del genere, sono diverse le questioni a cui fare attenzione. Un debitore deve, ad esempio, a non far passare sessanta giorni dalla data prevista per il pagamento, ed è obbligato a farlo dai sessantotto giorni dall’emissione, ovvero “su pazzia”, ai settantacinque giorni, ossia “fuori piazza”. Anche il creditore è tenuto ad emettere la liberatoria entro due mesi, per chiudere l’operazione senza sanzioni o protesti.

Come ottenere una liberatoria d’assegno

Se si vuole richiedere questa liberatoria, è obbligatorio presentarla entro sessanta giorni. Il modulo, come è già stato accennato prima, si può trovare e scaricare anche online o richiederlo al Comune. Oltre ad esso, vanno presentati anche un documento d’identità valido e una marca da ballo da sedici euro.

La certificazione autentica viene, di conseguenza, rilasciata gratuitamente, fatta eccezione per diritto di segreteria di cinquantadue centesimi, oltre al costo della bolla appena citata.