Autofatture elettroniche: che cosa sono? Che cosa stabilisce la legge?

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Sempre più aziende e privati usano il sistema delle fatture elettroniche, e quindi anche alle autofatture, ovvero dei documenti fiscali che i professionisti o le imprese fanno a se stessi. Questa fattura si distingue dal fatto che sia obbligatori applicarvi l’IVA, a carico del destinatario. Ma che cosa prevede la legge?

Le autofatture elettroniche secondo i termini di legge

Secondo la legge, l’autofattura deve contere gli stessi elementi presenti in una fattura vera, ma è differente da essa, in quanto l’emittente non è il prestatore o il cedente, ma il concessionario, nel caso di acquisti da produttori agricoli, o per compensi corrisposti da intermediari nel caso della vendita di un viaggio, nel caso che sia stata omessa una fatturazione o effettuata in modo irregolare oppure se le operazioni lavorative non sono state effettuati da chi non vive stabilmente in Italia o non è residente.

Esistono diversi tipi di autofatturazione, ovvero:

  • l’autofatturazione con inversione contabile, per transazioni estere, e vi si deve integrare l’importo dell’IVA;

  • l’autofattura per autoconsumo, ovvero per consumi all’interno dell’azienda o dello studio che lo emette;

  • l’autofattura per denuncia, ovvero la fattura che si eroga se un fornitore ha mancato di emetterla dopo quattro mesi;
  • l’autofattura per gli omaggi, che non è obbligatoria se la merce in questione ha un valore che non supera i 25,82 euro.

Da cosa è composta? Quando è obbligatoria?

Come è già stato detto, l’autofattura elettronica riporta gli stessi dati di quelle ordinarie, ma a differenza di queste comprendono il codice identificativo ordinario TD01, ma quelle da parte del fornitore devono riportare il codice TD20. Per emetterle, ci sono diverse programmi elettronici.

Essa è obbligatoria, sempre secondo la legge, quando:

  • si devono emettere cessioni gratuite a titolo di omaggi;

  • per autoconsumo, se i beni che si acquistano sono destinati per usi familiari o personali, e quindi non hanno fini economici;

  • per transazioni interne tra due attività IVA esercitate ben distinte, e in questo caso di deve indicare il valore dei beni, l’aliquota e l’imposta;

  • si deve denunciare la mancata ricezione di un documento fiscale o una fattura, che deve indicare un importo più basso di quello reale;

  • per regolare la fuoriuscita plafond IVA;

  • per provvigioni delle agenzie di viaggi oppure organizzatrici, e per compensi corrisposti a rivenditori di documenti di viaggio, come chi opera nel trasporto urbano o gestisce parcheggi auto;

  • per cessionari di produttori agricoli;

  • nel caso di estrazione dei beni dal deposito IVA, che hanno una provenienza nazionale.

Questa autofattura deve essere registrata, come quella cartacea, sia nel Registro delle Fatture Emesse, entro quindici giorni dalla sua emissione, e nel Registro degli Acquisti, entro il termine di liquidazione periodica dell’IVA, in riferimento alla dichiarazione annuale dell’esercizio.