Bail-in e obbligazioni Tier: di cosa si tratta e come funzionano

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Il sistema bancario globale ha visto, negli ultimi anni, un cambiamento significativo nella gestione delle crisi finanziarie, con l’introduzione del bail-in e delle obbligazioni Tier. Questi strumenti sono diventati fondamentali nella riforma delle normative bancarie post-crisi finanziaria del 2008, mirando a ridurre i rischi per i contribuenti e a trasferire la responsabilità del salvataggio delle banche sui creditori e sugli investitori.

Il bail-in si distingue dal più noto bail-out in quanto non prevede l’intervento diretto dei governi, ma si avvale della responsabilità dei detentori di obbligazioni e azioni bancarie per coprire le perdite di una banca in difficoltà. Le obbligazioni Tier, d’altra parte, sono uno degli strumenti finanziari che le banche utilizzano per assicurare la propria stabilità e rispondere a eventuali necessità di ricapitalizzazione.

Il funzionamento del Bail-in: come avviene la gestione delle perdite bancarie

Il Bail-in è un meccanismo che consente alle banche in difficoltà di utilizzare i fondi provenienti dai creditori e dagli azionisti per risanare la propria situazione finanziaria, senza ricorrere a un intervento pubblico. A differenza del bail-out, che prevede l’utilizzo di fondi statali per salvare un’istituzione in crisi, il bail-in implica l’assorbimento delle perdite da parte degli investitori privati.

Questo processo è stato introdotto dopo la crisi finanziaria globale del 2008, quando i salvataggi bancari con fondi pubblici hanno suscitato forti critiche e preoccupazioni riguardo alla giustizia e alla sostenibilità del sistema. In pratica, quando una banca si trova in difficoltà finanziarie e non riesce a rispondere ai suoi obblighi di capitale, si attiva il bail-in. Gli azionisti e i detentori di obbligazioni subordinati (come le obbligazioni Tier 2) sono i primi a subire una riduzione del loro capitale.

Questo può significare la cancellazione parziale o totale del valore delle obbligazioni in loro possesso, ma anche la possibilità di conversione in capitale azionario. Il bail-in è regolato da normative specifiche, come la direttiva europea BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive), che mira a garantire la stabilità del sistema bancario, evitando di far gravare sui contribuenti il peso dei fallimenti bancari.

Il meccanismo del bail-in è stato concepito come uno strumento di prevenzione delle crisi bancarie sistemiche, permettendo di ripristinare la solvibilità delle banche senza l’uso di risorse pubbliche, ma ponendo dei rischi per gli investitori.

Le obbligazioni Tier: una panoramica sugli strumenti di capitale bancario

Le obbligazioni Tier sono strumenti finanziari fondamentali nel contesto della gestione del capitale delle banche e sono utilizzate per garantire che gli istituti bancari dispongano di risorse sufficienti per affrontare eventuali crisi senza mettere a rischio la stabilità finanziaria complessiva. Le obbligazioni Tier 1 e Tier 2 rappresentano due categorie principali di capitale bancario, con caratteristiche specifiche che determinano il loro ruolo durante le situazioni di crisi.

Le obbligazioni Tier 1 sono considerate il capitale di base di una banca, poiché sono le prime ad essere utilizzate per coprire le perdite in caso di difficoltà finanziarie. Si tratta di strumenti molto più sicuri rispetto alle obbligazioni Tier 2 e sono tipicamente costituite da azioni ordinarie o da obbligazioni convertibili.

Le obbligazioni Tier 2, invece, sono considerate più rischiose, in quanto sono utilizzate solo quando il capitale Tier 1 non è più sufficiente. Se una banca è costretta a risanarsi attraverso un bail-in, le obbligazioni Tier 2 possono essere convertite in azioni o annullate per permettere all’istituto di rimanere solvente.

Le implicazioni per gli investitori: rischi e opportunità in un sistema bancario più resiliente

Il sistema bancario più resiliente, rafforzato da strumenti come il bail-in e le obbligazioni Tier, offre sia rischi che opportunità per gli investitori. Se da un lato questi strumenti sono progettati per garantire la stabilità delle banche e ridurre la necessità di interventi pubblici in caso di crisi, dall’altro comportano una maggiore esposizione a rischi per i detentori di obbligazioni e azioni.

Gli investitori in obbligazioni Tier, in particolare, devono affrontare il rischio di perdere il loro capitale se la banca subisce gravi difficoltà finanziarie e viene attivato il bail-in. Le obbligazioni Tier 2, essendo più rischiose, sono le prime ad essere coinvolte in un processo di risoluzione. Questo implica che gli investitori potrebbero vedersi ridurre o annullare l’importo investito, un rischio che rende questi strumenti più adatti a investitori esperti e con una tolleranza al rischio elevata.

Tuttavia, le obbligazioni Tier offrono anche opportunità di rendimento più elevato rispetto ad altri strumenti di debito bancario. Il loro rischio maggiore è bilanciato da un potenziale rendimento più alto, che può risultare interessante per chi cerca di diversificare il proprio portafoglio in un ambiente a bassa redditività. Inoltre, il bail-in, sebbene rischioso per gli investitori, contribuisce a rendere il sistema bancario più stabile nel lungo periodo**, poiché riduce il rischio di crisi sistemiche causate da salvataggi pubblici.

In sintesi, per gli investitori, il sistema basato su bail-in e obbligazioni Tier rappresenta un equilibrio tra rischio e rendimento, con opportunità per chi è pronto a comprendere e gestire i rischi associati alla protezione del sistema bancario.