Il bonifico parlante, sebbene porti lo stesso nome, è differente da quello ordinario, ed è utile per chi vuole effettuare delle ristrutturazioni o usufruire degli ecobonus. Ma come funziona? Come si compila? E cosa dice la normativa a riguardo?
Cos’è il bonifico parlante
Il bonifico parlante è uno strumento per ottenere detrazioni fiscali, relative a ristrutturazioni di case ed appartamenti, compreso l’acquisto di nuovi mobili, che possono arrivare fino al 50 % oppure al 65 %, se si investe sul risparmio dell’energia.
Quando si opta per questo mezzo di pagamento, è necessario specificare per quali lavori si richiede lo sgravo fiscale, ed assicurarsi che rientri nei criteri stabiliti dall’articolo 16 del D.P.R. 917 del 1986. Per usufruire di questo strumento è necessario compilare il modulo specifico rilasciato dalla banca, inserendo nella causale gli estremi della fattura dei lavori, il codice fiscale, chi è che versa il pagamento e l’intestatario della fattura.
Se l’immobile è di comproprietà, si dovranno indicare anche gli altri soggetti, oltre a chi emette il bonifico, se si vogliono ottenere le agevolazioni fiscali. Nel caso che l’immobile sia un condominio, si dovrà inserire il codice fiscale del palazzo e di chi lo amministra. Nel caso che l’immobile sia cointestato la detrazione verrà divisa tra gli intestatari.
Come si compila il bonifico parlante
E’ importante compilare correttamente questo bonifico in maniera corretta, se si desidera usufruire delle agevolazioni. Quindi, si dovrà trascrivere, nei campi richiesti nello specifico modulo:
- il nome, cognome e codice fiscale di chi effettua il pagamento, e quindi a cui verranno intestate tutte le fatture;
- gli estremi della fattura, ovvero la data ed il numero del pagamento, magari inserendo anche il numero di partita IVA;
- la causale, dove si dovranno indicare i tipi di lavoro svolti, con la norma specifica di riferimento.
Nella causale, in particolare, se si vogliono ottenere dei bonus, sarà importante che la dicitura sia così: “Bonifico per il pagamento della fattura n° (…) del (inserire la data) relativo ai lavori di ristrutturazione edilizia (detrazione fiscale 50%) art. 16-bis DPR 22 dicembre 1986 n. 917”.
Le detrazioni fiscali, possono comprendere, oltre alle spese di ristrutturazione anche acquisti di mobili e arredi, compresi gli elettrodomestici di classe A, ristrutturazioni per eventi sismici, acquisti di tende o zanzariere, oppure i cosiddetti ecobonus, che comprendono interventi per il risparmio energetico, o i bonus Verde, spese per sistemazioni di verde. Nelle spese, è importante specificare anche quali materiali sono stati acquistati.
Con il risparmio energetico, si possono ottenere detrazioni Irpef che arrivano al 65 %, e queste spese comprendono costi per impianti di riscaldamento (come condizionatori o caldaie), di impianti fotovoltaici o che permettono l’autoproduzione di acqua calda o elettricità ed altri miglioramenti dell’edificio, come i cambiamenti di infissi o porte.
L’Agenzia delle Entrate, in seguito, rimborserà queste spese in rate suddivise in dieci anni. Quindi, se il rimborso Irpef calcolato è di 10,000 euro, ad esempio, si riceveranno 1000 euro all’anno, per un decennio.