Codice fiscale o partita IVA: che differenza c’è tra i due? Quando usarli?

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Molto spesso quando si deve compilare un modulo, subito dopo gli spazi per l’inserimento del nome e del cognome, è presente lo spazio in cui bisogna indicare codice fiscale o partita IVA. A qualcuno può sorgere il dubbio che siano la stessa cosa, ma non è così: scopriamo qual è la differenza ed in quali casi si deve utilizzare l’uno o l’altra.

Differenza tra codice fiscale e partita IVA: possono coincidere?

La prima differenza tra codice fiscale e partita IVA salta subito ad una prima occhiata perché riguarda la loro composizione: il codice fiscale è composto da sedici caratteri alfanumerici, mentre la partita IVA e composta da undici numeri. Ma al di là di questo è necessario fare ulteriori precisazioni. Il codice fiscale serve ad identificare per scopi tributari le persone fisiche che risiedono in Italia; la partita IVA, invece, serve ad identificare in modo univoco i soggetti che svolgono un’attività soggetta ad imposizione fiscale.

La distinzione, quindi, è abbastanza netta, ma ci sono dei casi in cui i due codici coincidono: può capitare tra le imprese costituite in forma di società, a prescindere dalle loro dimensioni, dalla loro forma (SnC, Srl, Sas, Sa o Sapa) e dalle loro caratteristiche È opportuno però ricordare che in caso di trasferimento del domicilio fiscale di una società in un’altra provincia, il codice fiscale rimane invariato, mentre c’è l’assegnazione di una nuova partita IVA, quindi i due codici non coincideranno più.

Il caso delle imprese individuali e la composizione dei codici

Il codice fiscale e la partita IVA, invece, non coincidono mai nelle ditte individuali. Il codice fiscale, infatti, fa riferimento al titolare della ditta stessa, quindi è il codice alfanumerico di 16 caratteri che identifica la persona fisica. I primi tre caratteri sono lettere ricavate dal cognome, seguite da altre tre lettere ricavate dal nome; ci sono poi cinque caratteri alfanumerici che fanno riferimento alla data di nascita: due numeri per l’anno, una lettera per il mese (A corrisponde a gennaio, B a febbraio, C a marzo e così via) e due numeri per il giorno. Ci sono poi quattro caratteri che permettono di identificare il comune di nascita ed una lettera finale che ha funzioni ci controllo. La partita IVA invece fa riferimento solo all’impresa ed è costituita da undici numeri; le prime sette cifre servono per collegare la partita IVA al suo titolare; seguono tre numeri che servono per identificare il territorio ed il numero finale con funzioni di controllo.