Chi è titolare di una partita IVA, annualmente, si trovano a dover calcolare anche la compensazione del credito IVA. Ma che cos’è quest’ultimo? Come si calcola?
Che cos’è
La partita IVA si può definire a credito quando con essa si acquista un bene, permettendo al venditore di emettere fattura ed includere nel costo del suddetto bene l’imposta sul valore aggiunto. Il credito IVA è, alla fine dell’anno, l’importo dato dalla differenza tra quanto l’intestatario dell’IVA guadagna e l’IVA a debito.
La compensazione del credito, si può usare per compensare altri crediti fiscali, e si può distinguere in:
- verticale, quando si usa il credito per compensare un debito relativo all’imposta;
- orizzontale, a cui si ricorrere quando il credito relativo all’imposto è utilizzato per compensare debiti relativi ad altre.
Secondo la Legge di Bilancio, dal 2014 la compensazione orizzontale può raggiungere un massimo di 700,000 euro, ma nel 2020 è stato stabilito che fino a 5000 euro la compensazione è libera, ma con importi che vanno oltre a questa cifra, bisogna aspettare dieci giorni dalla presentazione della dichiarazione dell’IVA. L’imposta di compensazione va pagata sempre attraverso il modello F24, nella colonna per gli “Importi a credito”.
Come calcolare la compensazione del credito IVA
Per il calcolo della compensazione del credito IVA, si può ricorrere a questo esempio: un ipotetico venditore acquista merce per 5000 euro, con l’aggiunta del 22 % dell’IVA, e la rivende ai clienti per 3000 euro.
In questo caso, l’IVA a debito sarà sarà di 660 euro (il 22 % di 3000 euro), mentre quella a credito è di 1100 (22 % di 5000). In questo caso, visto che il credito è maggiore del debito, non si deve pagare l’IVA nelle tasse, ma si può usare quella a credito per compensare altri debiti di natura fiscale.