Quando si parla di contributi minimi, si fa riferimento a quei contributi che rientrano nel minimale di retribuzione imponibile, ovvero il valore minimo che per legge permette di accreditare i contributi con un reddito minimo, sul quale si applica l’aliquota contributiva. Ma a quanto può ammontare questo reddito minimo? Come si calcola?
Come calcolare i contributi minimi
I contributi minimi si possono distinguere in varie tipologie e calcolare in maniera differente, a seconda non solo dei versamenti di un lavoratore, ma anche del tipo di professione esercitata da quest’ultimo. Il minimale per i liberi professionisti e i lavoratori parasubordinati (a metà tra l’autonomo e il subordinato), che sono iscritti alla Gestione Separata, ci si basa solo sui contributi versati, ed il minimale non è obbligatorio.
Per i lavoratori dipendenti, invece, è previsto uno stipendio o un reddito minimale e i contributi si calcolano sul valore minimale determinato dall’INPS e gli accrediti, di conseguenza, vengono diminuiti in proporzione. Con i contributi minimi, poi, lo stipendio si versa in tempi più ridotti, ovvero settimanalmente.
C’è, poi, il fondo per le casalinghe, in cui il minimale è di 310 euro all’anno, ma i tempi in cui vengono versati dipende da quanto si è accreditato a sua volta a tale fondo. Ad esempio, se in un anno sono stati accreditati 110 euro al fondo, i mesi accreditati sono quattro.
Alcuni esempi
Per capire meglio il concetto, è possibile fare alcuni esempi di contributi minimi a seconda della professione e dove sono stati versati. Ad esempio, la Cassa Forense, per avvocati e praticanti iscritti ad essa, per il 2021, stabiliscono un contributo minimo soggettivo di 2890 euro, salvo delle agevolazione previsti per i primi di adesione, ed un contributi di maternità che ammonta a 81,52 euro.
L’Inarcassa, ovvero la Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti, invece, prevede dei contributi minimi che si basano sul reddito professionale dichiarato, e il suo ammontare annuale varia a seconda dell’indice dell’ISTAT. Nel 2021 è risultato pari a 2360 euro. Per legge, sempre dal 2021, è dovuto per intero agli iscritti pensionati di Inarcassa, fatta eccezione per i pensionati percettori dell’assegno per i figli con disabilità grave e i pensionati di invalidità stessi, che riceveranno un contributo del 50 %, in questo caso. E’ anche frazionabile per i dodici mesi dell’anno.
Vi è, poi, l’INPG, l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani Giovanni Amendola, che ha stabilito che per il 2021 il contributo minimo ordinario è di 2143,65, che può essere ridotto a 1071,83 per i giornalisti con meno di cinque anni di anzianità professionale.