Guida all’uso dei contratti derivati

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Sin dai secoli scorsi l’utilizzo dei contratti derivati ha avuto larga diffusione nei paesi occidentali, specialmente quelli di matrice anglosassone dove questo strumento è ampiamente utilizzato.

Un contratto derivato è un prodotto che generalmente viene aggiunto a un pacchetto di prodotti pre-esistente o a un pacchetto retributivo per figure professionali di alto livello.
Si tratta infine di strumenti molto comuni nei grandi progetti edili e di investimenti in generale, dove l’esposizione bancaria è considerevole.

Cosa sono i contratti derivati

Un derivato è un contratto il cui valore, appunto, “deriva” dall’andamento di una determinata attività, a sua volta influenzata da eventi osservabili e misurabili oggettivamente in un’ottica futura. Tali eventi prendono il nome di “sottostante”.

Un esempio classico è quello del prezzo di un determinato bene, che potrà essere influenzato da una serie infinita di fattori (come il mercato di riferimento, la scarsità, la domanda etc) che rappresentano il sottostante e permettono all’investitore di valutare un acquisto, puntando su un valore superiore o inferiore in futuro.

A tal proposito è bene specificare che i contratti derivati hanno generalmente due funzioni, quella di copertura e quella speculativa. La funzione di copertura si attua nella misura in cui l’utilizzo di questo strumento sia finalizzato a “coprire”, o proteggere, un investimento definito – come il mutuo di una casa – mentre la funzione speculativa consiste nell’assumere il rischio di “shortare”, ossia vendere tali prodotti in una congiunzione finanziaria positiva ove ricavare un profitto dalla differenza tra prezzo d’acquisto e prezzo di vendita.

Categorie di prodotti derivati

I derivati possono essere di diversi tipi, in base alle caratteristiche, allo scenario di riferimento, alla finalità.

Contratti a termine – Accordo fra due contraenti per l’acquisto (e la vendita, per la controparte) di un determinato bene o attività finanziaria a una data stabilita e un prezzo concordato. Tale attività è asservita a un profilo di rischio per ambo le parti, determinato dall’eventuale apprezzamento o deprezzamento del bene oggetto della compravendita.

I contratti a termine possono essere stipulati all’interno di mercati regolamentati (come la Borsa di Chicago) oppure in modalità “over the counter” ossia attraverso un accordo riservato fra le due parti (che possono essere due banche, una banca e un ente commerciale, una banca e un privato etc). I primi vengono definiti Forward, mentre i secondi vengono definiti Future.

Swap – Si tratta di contratti di scambio di cashflow regolato da date prefissate. Sono contratti over the counter e quindi non regolamentati da un mercato. In base alla tipologia di sottostante che determina l’ammontare e la valuta dello scambio, abbiamo:

  • Interest Rate Swap (i cui pagamenti sono regolati da un ammontare periodico di interessi a tasso fisso o variabile)
  • Currency Swap (“scambio di valute”, un contratto fra le parti che scambiano flussi caratterizzati da diverse valute)
  • Commodity Swap (ove i pagamenti delle parti sono vincolate alla variazione di una commodity e da un tasso fisso)
  • Credit default Swap (un derivato “assicurativo” vincolato al pagamento di un premio periodico a cui corrisponde un pagamento in caso di fallimento dell’azienda a cui si riferiscono).

Opzioni – Tipologia di contratto nel quale l’interlocutore ha il diritto di acquisto o vendita di una specifica quantità di un bene a prezzo concordato in data concordata.

Collocazione del rischio, tutele e perizie

L’utilizzo dei derivati è una procedura finanziaria estremamente complessa, riservata generalmente a un’utenza professionale o esperta (in caso di privati) o comunque adeguatamente preparata al profilo di rischio dal comportamento di tali prodotti.

Non a caso, molto spesso i contenziosi su base contratti derivati è concentrata proprio sul mancato o inadeguato flusso di informazioni fra i contraenti, fra un istituto finanziario e la controparte eccetera.

Le normative prevedono regole ben precise, in difformità delle quali è possibile ricorrere in sede giudiziale (come per esempio la mancata comunicazione di costi impliciti, la mancata indicazione di Mark to Market, l’errata applicazione della clausola di recesso e molto altro).

In fase di stipula oppure in caso di controversia è quindi opportuno riferirsi a periti esperti del settore finanziario, che siano in grado di realizzare puntuale analisi del contratto di derivati rilevando eventuali difformità, a vantaggio dell’interlocutore o meno.