Investimenti finanziari: cosa scelgono le famiglie italiane

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Gli ultimi studi sulla ricchezza della famiglie italiane rivelano un quadro in miglioramento sul versante della disponibilità, ma sono ancora poche quelle che riescono a investire il capitale. Il digitale può svolgere un ruolo importante in questo contesto, ma bisogna conoscere bene gli strumenti.

Le famiglie italiane preferiscono accumulare e risparmiare piuttosto che investire capitali, per sfiducia o, spesso, per scarsa conoscenza degli strumenti a disposizione per far fruttare il denaro. È questa la sintesi che arriva dall’ultimo Rapporto CONSOB sulle scelte finanziarie nel nostro Paese, che rivela dunque un quadro che ha zone di luce e di ombra.

Chi investe in Italia. Tra gli aspetti più negativi c’è sicuramente il coinvolgimento degli italiani nel mercato finanziario: meno di una famiglia su tre (il 29 per cento, per la precisione) possiede almeno un prodotto o uno strumento finanziario. La Consob spiega che investe concretamente solo chi ha maggiori conoscenze finanziarie e abilità di calcolo, unite a una maggiore propensione all’uso di informazioni numeriche e al ragionamento impegnativo sul piano cognitivo, ma anche predisposizione mentale a ottimismo, fiducia, tolleranza alle perdite sul breve periodo.

Dilaga l’ansia finanziaria. All’esatto opposto si trova la maggioranza degli italiani, caratterizzati invece da quella che viene definita “ansia finanziaria“, che spinge a diffidare degli strumenti finanziari e a preferire l’accumulo privato ai potenziali ritorni futuri. La scarsa attitudine media dei consumatori e la “cattiva” fama sono due degli elementi che hanno rallentato la crescita delle forme di investimento digitale, che però negli ultimi anni si stanno comunque conquistando una posizione importante tra le scelte del nostro Paese.

Si insinua il trading online. Se infatti strumenti “sicuri” come depositi bancari e postali restano i preferiti, seguiti da fondi comuni e titoli di Stato italiani, il portafoglio italiano si sta allargando anche al mondo del virtuale, orientandosi verso criptovalute e non solo; sul portale Investingoal, ad esempio, è possibile scoprire le più recenti e affidabili soluzioni per il Trading online, una forma di investimento via Web che sta conoscendo una rapida crescita di volume d’affari nel nostro Paese, al punto che si stima un incremento annuale di 10 punti percentuali nel numero di iscrizioni alle varie piattaforme da parte di utenti provenienti dallo Stivale.

Una forma di investimento per il 4%. Nonostante questo scatto, secondo la Consob il trading online è “limitato” solo a un 4 per cento di italiani di fascia d’età compresa tra i 18 e i 74 anni; un risultato a prima vista non eccellente, ma che in realtà rappresenta uno straordinario bacino vista la scarsa propensione al rischio che è sempre stata connaturata all’investitore medio del nostro Paese, come dimostra d’altra parte il successo di forme di investimento sostanzialmente prive di rischio (ma anche di guadagni alti).

Lo studio sulla ricchezza degli italiani. Dal punto di vista statistico, lo studio sottolinea che se la ricchezza netta delle famiglie italiane rimane stabile sui livelli del 2012 (attestandosi a circa nove volte il reddito disponibile), continua a calare il tasso di risparmio lordo, che è uno dei più bassi d’Europa. Per le scelte di portafoglio, come detto, l’Italia continua a denotare l’ormai tradizionale divario nel peso della componente assicurativa e previdenziale e dei titoli obbligazionari, che però sono in calo. In totale, per l’appunto, solo il 29 per cento delle famiglie italiane investe in qualche strumento, ma è ancor più preoccupante che solo un 20 per cento dei nuclei abbia familiarità con gli strumenti di pagamento digitali, preferendo sistemi più tradizionali, per non dire obsoleti.