“Azione comune”, questa secondo molti la chiave per affrontare le grandi sfide che la contemporaneità sta ponendo davanti all’Italia, all’economia e al mondo occidentale in generale.
Essere attivi, fare qualcosa per rispondere alle avversità e le esigenze proposte ora dall’emergenza climatica, ora da quella geopolitica e umanitaria e, soprattutto, farlo insieme amplificando attraverso la cooperazione gli sforzi dei singoli attori coinvolti.
Questa visione è condivisa da Mediobanca e dal suo AD, che hanno deciso di fare “la prima mossa” e sfruttare l’ottava edizione della loro “Italian CEO Conference” proprio come spazio di confronto e condivisione, come un momento di unione delle più importanti realtà italiane e dei loro direttori per iniziare ad impostare proprio una rotta di “azione comune”.
Mediobanca ha riunito nel cuore di Milano, a Piazzetta Cuccia, 50 CEO, 180 investitori ed ha programmato 650 appuntamenti, per una conference davvero molto densa e che ricopre un’importanza crescente per il mondo italiano della finanza.
Nagel, ha aperto le danze il 21 giugno con il suo discorso (qui alcuni passaggi) e gli incontri sono da lì sono proseguiti focalizzandosi sui temi scelti per l’evento.
Nello specifico, la giornata di martedì 21 è stata incentrata sui titoli finanziari. Un panel sulla regolamentazione bancaria europea e sulla trasformazione digitale è stato tenuto da Andrea Enria, Chair of the Supervisory Board di ECB, in apertura di giornata.
Andrea Orcel, CEO di UniCredit e Stefano Del Punta, CFO di Intesa Sanpaolo sono intervenuti subito dopo con un’analisi dei rischi di recessione e, per contro, delle occasioni che anche le situazioni di avversità possono generare per banche e investitori.
Il primo giorno ha visto poi Andrea Pinna, Team Lead Digital Euro ECB, e Pietro Sella, Presidente del Comitato Tecnico e Innovazione dell’ABI salire sul palco per parlare di valute digitali con un approfondimento questa realtà di rilievo sempre maggiore per la finanza internazionale.
Mercoledì 22 è stata la giornata più delicata e più direttamente interlacciata ai temi politici e ambientali che stanno caratterizzando il discorso pubblico negli ultimi anni e, soprattutto, negli ultimissimi mesi: energia, risorse e infrastrutture del suo mercato e transizione ecologica.
Inevitabilmente, l’Italian CEO Conference, è stato un’altra occasione importante per discutere della posizione particolarissima dell’Italia; durante i panel il focus è andato sull’indipendenza energetica, sulla crescita dei costi dell’energia, e sull’inflazione.
Glie interventi più attesi sul tema erano quelli di Stefano Besseghini, Chairman Arera, Claudio Descalzi, CEO di ENI, Stefano Venier, CEO di Snam, Stefano Donnarumma, CEO di Terna e Giovanni Ferigo, CEO di Inwit.
Non solo affari. Il futuro dell’Italia è anche nelle mani delle sue aziende
L’energia è stato sicuramente l’argomento più discusso e complesso della conferenza, in linea con quanto sta impattando mediaticamente e concretamente sugli stati ed i governi di tutta Europa, e direttamente sui cittadini.
Stefano Basseghini, Presidente di ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), ha detto: “Il governo dev’essere estremamente cauto e attento nel gestire la crisi energetica. Questa emergenza ci dimostra l’estrema connessione tra gli avvenimenti politici e i mercati finanziari. L’attuale alta volatilità è dovuta principalmente all’incertezza su tempi ed estensione dello scontro tra Ucraina e Russia. Dobbiamo essere consapevoli dell’emergenza che stiamo vivendo e dobbiamo ovviamente gestirla, ma questo non semplificando e saltando step importanti per accelerare. Il settore energetico ha tantissime complessità e dobbiamo gestire ognuna di queste per risolvere la crisi e uscirne al meglio”.
La complessità citata da Basseghini è la grande matassa che soltanto collaborativamente sarà possibili districare. È proprio questo lo scopo di iniziative come quella organizzata da Mediobanca: all’Italian CEO Conference molte delle aziende e delle personalità direttamente coinvolte nel decision-making nazionale e internazionale hanno avuto modo di confrontarsi e di comprendere meglio, attraverso la condivisione dei punti di vista, lo scenario delicato all’interno di cui ci stiamo muovendo.