Pensionamento opzione donne: che cos’è?

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L’opzione donna è un regime in forza che permette alle donne di ottenere il diritto alla pensione di anzianità. Questa sperimentazione venne inserita all’interno della Legge Maroni (2004), e chi desidera usufruirne deve assicurarsi di rientrare nei criteri, valutando ogni anno. Ma quali sono i requisiti per richiederla? E chi può usufruirne?

Le donne interessate e i loro requisiti

Ad usufruire di questa opzione, sono le lavoratrici iscritte all’assicurazione generale obbligatoria, o a fondi sostitutivi o esclusivi, che versano contributi dalla fine del 1995. Le lavoratrici iscritte all’INPS, o che comunque hanno fatto crescere i contributi all’interno di quella gestione, non possono richiederlo.

Le donne che possono accedervi, devono essere in possesso di determinati requisiti, ovvero:

  • avere 58 o 59 anni, se si è, rispettivamente, lavoratrici dipendenti e indipedenti;
  • aver maturato un minimo di 35 anni di anzianità assicurativa e contributiva, escludendo i periodi di disoccupazione, prestazioni equivalenti e periodi di malattia.

Nel 2019, a richiedere questa opzione possono essere le lavoratrici che abbiano 59 anni, se autonome, o 58 anni, se dipendenti (quindi nate nel 1959 e nel 1960), il cui ultimo dato contributivo risalga al 31 dicembre 2018. Tutte devono avere un minimo di 35 anni di contributo.

Come presentare la domanda

La domanda per l’opzione donna va presentata all’INPS, e si può presentare online oppure presentando istanze all’INPS, tramite: il Contact Center, al quale si può telefonare al numero 803164, per la rete fissa, o allo 06164164, per cellulare.

Si deve tenere presente che tra gli anni di contributi, non vanno considerati i contributi accumulati in altri gestioni previdenziali, diversi tra loro. Inoltre, le donne che vogliono fare domanda devono far passare dodici mesi dalla maturazione del numero di contributi minimi, per le dipendenti, mentre le lavoratrici autonome devono farne passare diciotto.