Prestiti inpdap: esistono ancora? chi può richiederli?

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prestiti INPDAP hanno costituito, e costituiscono, uno degli strumenti finanziari più utilizzati dagli italiani sin dagli anni ’50. Nel corso del tempo questa tipologia di prestiti ha assunto sempre maggiore importanza divenendo una delle forme di prestito più diffuso nel nostro paese. L’INPDAP, così come l’abbiamo conosciuto noi, è nato nel 1994 dalla fusione di diversi enti previdenziali che già da decenni svolgevano il medesimo ruolo sotto diverse sigle. Il decreto Salva Italia del governo Monti ha abolito l’ente facendo confluire le competenze nell’INPS, ma i servizi sono rimasti sostanzialmente invariati ed attivi. Dunque, la risposta alla nostra prima domanda è: si, i prestiti Inpdap esistono ancora. Nonostante l’ente non esista più sulla carta le sue funzioni ed i suoi servizi rientrano nelle prerogative della Gestione Dipendenti Pubblici dell’INPS, conosciuta anche come INPS GEI e cioè Gestione Ex INPDAP.

Chi può richiederli?

Nelle linee guida offerti dall’istituto previdenziale si legge che i prestiti a tasso agevolato ex IPDAP sono concessi a lavoratori e pensionati pubblici e statali iscritti alla gestione ex INPDAP e sono erogati attraverso la formula della cessione del quinto. Questa formula prevede una rata fissa che non può superare il 20% dello stipendio mensile del lavoratore o pensionato. Per richiedere uno dei diversi prestiti offerti dall’ente bisogna, oltre alle pratiche relative al prestito, essere in possesso di Modello CUD o Unico, Codice Fiscale, Certificato di stipendio o cedolino pensione, ultime 6 buste paga, certificato medico di sana costituzione fisica oppure attestazione per altre tipologie di malattie gravi e documentazione giustificativa della richiesta di prestito. Essendo prestiti riferiti solo a particolari categorie si danno per certi i requisiti minimi affinché il prestito venga erogato.

Tipologie di prestiti ex INPDAP

Innanzitutto bisogna fare una precisazione: esistono due differenti tipologie di prestiti che a loro volta poi si suddividono in altre tre varianti. La prima tipologia è quella dei prestiti erogati direttamente dall’INPS attraverso il Fondo Credito preposto. La seconda tipologia invece viene erogata da enti privati convenzionati quali banche, istituti di credito e società finanziare.

Che tipo di prestito si può richiedere?

È possibile rivolgerci all’INPS per ricevere un piccolo prestito della durata compresa tra 1 e 4 anni senza alcun vincolo di spesa. È un prestito personale, dunque, è la cifra massima che è possibile richiedere è commisurata allo stipendio stesso nella formula dell’importo erogabile pari a una, due, tre o quattro mensilità mentre in alcuni casi è possibile richiedere una cifra doppia se si è in possesso di determinati requisiti. Il TAN è fisso al 4,25% mentre il TAEG è variabile ma facilmente calcolabile tenendo presente spese di amministrazione e premio fondo rischi.

Il prestito pluriennale diretto è una formula un po’ più complessa e richiede requisiti specifici e vincolanti. Può essere richiesto da dipendenti pubblici con contratto a tempo indeterminato con almeno 4 anni di anzianità di servizio e iscrizione alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. La durata di questa tipologia di prestito è quinquennale o decennale; il finanziamento è finalizzato e dunque la somma viene erogata per acquistare un determinato servizio o bene. Sulla tipologia di servizi e beni che possiamo associare a questo prestito ci sono, ad esempio, l’acquisto della casa, la ristrutturazione, l’acquisto dell’auto, le cure odontoiatriche, il matrimonio o la nascita di un figlio. L’importo erogabile è correlato alla tipologia di spesa da finanziare con un tasso fisso di interesse al 3,50 a cui bisogna sommare spese amministrative e premio fondo rischi.

L’ultimo caso riguarda il prestito pluriennale garantito. Questa formula prevede l’erogazione del prestito da parte di banche e finanziarie convenzionate con l’INPS che allo stesso tempo è garante del prestito in caso di morte, perdita dell’impiego o riduzione dello stipendio del beneficiario. I requisiti per accedervi sono i medesimi del prestito pluriennale diretto e sono articolati attraverso la cessione del quinto dello stipendio. I tassi di interesse sono variabili e legati agli istituti che erogano il credito.