La Germania è uno dei paesi più sviluppati al mondo, e la sua struttura economica si regge in gran parte sul settore terziario, che comprende le banche, il turismo, il commercio, le assicurazioni e le miniere di carbone e gas naturale. Ma dove si trovano queste ultime?
La regione della Ruhr
La più nota regione mineraria tedesca, è sicuramente quella della Ruhr, nota anche come Rhein-Ruhr che, con i suoi dodici milioni di abitanti, è anche una dei più grandi agglomerati urbani presenti nell’Unione Europea. Di questa regione fanno parte cinquantatré città e dall’inizio del XIX secolo, per la sua ricchezza di carbone e ferro, ha conosciuto un notevole sviluppo nel settore dell’estrazione e nello sviluppo metallurgico.
Tuttavia, lo sviluppo di questa regione subì anche degli arresti, per via della prima guerra mondiale. Nel 1923, infatti, la Ruhr venne invasa da truppe di francesi e belgi, come “pegno” della Germania, per pagare i debiti di guerra, e non mancarono gli scioperi e i sabotaggi da parte dei tedeschi. La produzione, inevitabilmente, si fermò, e riprese solo nel 1925. E nel 1949, furono gli Alleati a tenerla sotto controllo, fino al 1951.
Lo sviluppo vero e proprio di questa regione, avvenne negli anni Ottanta, e dal 1991 i comuni della Ruhr vennero consorziati per più di sei miliardi, fino ad oggi. Molte delle vecchie industrie sono state convertite in musei, ma è ancora una delle più grandi produttrici di carbone. Tuttavia, la Germania, per non esaurire le risorse interne, preferisce importarlo dall’estero.
Altre importanti miniere tedesche
Oltre alla regione del Ruhr, si può accennare ad altre due miniere tedesche, ora chiuse, ma comunque importanti, ovvero:
- le miniere di carbone dello Zollverein, che fa sempre parte della regione del Ruhr, situata vicino ad Essen, importante sempre per l’estrazione di carbone, soprattutto nell’arco di tempo che va dal 1957 al 1961, venne chiusa nel 1991, in seguito alla crisi dell’acciaio, ma che è stata riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO;
- le miniere di Rammelsberg, in bassa Sassonia, che è stata sfruttata per oltre mille anni, nell’estrazione di diversi metalli, come l’argento, il rame, il piombo e lo zinco. Si sono esaurite negli anni Ottanta e vennero chiuse definitivamente nel 1988, ma diventarono anch’esse Patrimonio dell’Umanità. Nel corso del tempo, vi sono state estratti circa ventisette milioni di tonnellate di minerali.
I musei delle miniere tedesche
Sebbene una gran parte delle vecchie miniere tedesche siano chiuse, queste sono state comunque importanti per il paese, e a ricordarle ci sono diversi musei. Basta pensare al museo tedesco del sale, nella città di Luneburgo, allestito proprio in quelle che erano le strutture produttive delle miniere di sale, chiuse nel 1980. Esso è diviso in quattro principali aree espositive, di cui una è dedicata al sale in generale, mentre le altre mostrano l’estrazione del sale nel corso delle epoche, dal Medioevo al XX secolo.
Altrettanto importante è il Deutsche Bergbau-Museum di Bochum, nella regione del Ruhr, ed è il più grande museo minerario del mondo, che registra ogni anno circa 365.700 visitatori. Fu fondato agli inizi del Novecento, e nel corso degli anni è stato chiuso, riaperto ed ampliato diverse volte.