Rimborsi pensioni INPS: che cosa sono e chi li può richiedere?

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Nel 2015, il Governo approvò il Decreto sui rimborsi per le pensioni, introdotto per rimborsare il blocco dell’indicizzazione proposta dal ministro Fornero. Questo rimborso è scattato dal 1° agosto del suddetto anno, e a quasi quattro milioni di pensionati sono state rimborsate delle quote “una tantum”. Per saperne di più, si può continuare a leggere questa pagina.

A chi spetta il rimborso

Il rimborso delle pensioni INPS spettava a diverse fasce di pensionati, partendo dal 2012 al 2016. Per le pensioni fino a tre volte il minimo (fino a 1405 e 1443 nel 2012 e 2013) non era previsto nessun rimborso, e lo stesso per quelle superiori sei volte il minimo. Invece, erano previste delle quote per:

  • pensioni fino a tre e quattro volte il minimo, per assegni fra i 1400 e 1900 (la somma precisa varia a seconda dell’anno);
  • pensioni fra quattro e cinque volte il minimo, rivalutate del 20 %;
  • pensioni fra cinque e sei volte il minimo, che variava al 10 al 2 %, a seconda dell’anno.

In base alle percentuali, i pensionati potevano ricevere assegni da 1500, 2000 e 2500 euro, in diverse rate. In linea generale, il rimborso previsto è una forma di bonus per i pensionati, ma 650,000 ne sono esclusi.

Come si richiede il rimborso INPS

Per richiedere questo rimborso, frutto di un ricalcolo delle valutazioni delle pensioni passate perse, il pensionato deve, necessariamente, recarsi presso degli studi legali o delle associazioni di consumatori, o magari anche dei sindacati, per analizzare la situazione e se ci sono gli estremi per il ricorso.

Per fare domanda, tuttavia, bisogna che la prescrizione non sia già scaduta, ovvero bisogna farlo entro cinque anni e, quindi, entro il 2017, in questo caso specifico. Possono presentarlo gli ex dipendenti del settore pubblico, che devono rivolgersi alla Corte dei Conti, o quelli privati, dal giudice del lavoro della provincia di residenza, con una lettera di diffida.

Il ricalcolo delle pensioni nel 2019

Sembra che dal 2019, il ricalcolo delle pensioni, preveda assegni meno generosi che in passato. In una circolare pubblicata ad aprile, l’INPS spiega che più di due milioni di posizioni interessate, l’importo lordo verrà ridotto di ventotto centesimi.

La Finanziaria, per questo, ha introdotto sette fasce di perequazione con aliquote decrescenti, a differenza delle cinque fasce dell’anno precedente, per trattamenti pensionistici che raggiungono nove volte il minimo. Gli assegni che non superano le tre volte il minimo, invece, ricevano un adeguamento fissato all’1,1%. Per importi superiori, si applicano aliquote che vanno dal 97 al 40 %.

Per quanto riguarda eventuali rimborsi, i pensionati dovranno ottenerlo dall’ente pensionistico, con il Modello 730, per chi ha presentato la dichiarazione dei redditi entro una scadenza già fissata, pagato tutte le ritenute Irpef e se ha sostenuto delle spese mediche (o se ha avuto figli a carico per tutto il 2018). La liquidazione verrà erogata entro agosto, ma per dichiarazioni presentate dopo luglio, si dovrà pazientare fino a settembre.