Scheda carburanti 2018: perché è stata abolita? Cosa l’ha sostituita?

473

La scheda carburanti 2018 non esiste più perché è stata eliminata a dicembre di quell’anno. Era usata per documentare gli acquisti, detrarre l’IVA e altre imposte dal reddito di professionisti e aziende, ma ha ceduto il posto ai pagamenti elettronici.

L’abolizione della scheda carburanti

Al 31 dicembre 2018, dopo una proroga rispetto alla scadenza iniziale di luglio, la scheda, o carta carburanti è andata ufficialmente in pensione. Di conseguenza, imprese e  autonomi, hanno dovuto pagare benzina, metano Gpl e gasolio con carte di debito, di credito o ricorrendo alle prepagate. In compenso, non hanno più compilato le schede carburanti, come avveniva fino a 3 anni fa.

Il pagamento elettronico permette quindi di dedurre le spese di consumo carburante  a livello aziendale e per titolari di partita Iva. L’uso dei contanti ovviamente esiste ancora, ma non permette di avere diritto a deduzioni fiscali o detrazioni Iva, perché non è tracciabile. I distributori di carburante devono, a loro volta, emettere fattura elettronica a meno che non riforniscano consumatori privati.

Il motivo dell’abolizione della scheda carburante

Il passaggio dal modulo cartaceo alla tecnologia non è solo legato all’evoluzione digitale, ma risponde anche a un criterio di contrasto agli illeciti fiscali. Il pagamento elettronico e l’emissione della fattura dematerializzata ubbidiscono proprio a questa logica.

La fatturazione elettronica non richiede informazioni specifiche su marca, modello e targa del veicolo usato per lavoro. Il proprietario con partita Iva comunica però una serie di dati per ricevere la fattura necessaria per le agevolazioni fiscali:

  • Ragione sociale per la società
  • Nome e cognome per gli autonomi
  • Indirizzo di residenza o in alternativa il domicilio fiscale
  • Numero della partita Iva
  • Indirizzo di Posta elettronica certificata o il codice destinatario

Tutte le spese in area di servizio, oltre al rifornimento benzina, devono essere sempre incluse nella fattura elettronica. Si può ottenere l’emissione di una fattura unica con tutti gli acquisti mensili. Ovviamente, chi non ha partita Iva e paga il carburante in contanti non ha bisogno di questa fatturazione.

Le precisazioni dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate precisa che tutte le fatture digitali emesse e ricevute devono essere conservate per 10 anni. La detrazione vale solo con pagamento elettronico e relativa fattura per i titolari di partita Iva. Aziende e professionisti hanno quindi diritto alle deduzioni fiscali e alle detrazioni per i consumi, dovuti a motivi professionali.

Ricordiamo però che i pagamenti non sono validi solo con la carte di credito e strumenti elettronici che permettono l’addebito direttamente sul conto corrente. In effetti, l’acquisto di benzina e diesel a fini fiscali è valido anche usando gli assegni, bancari e postali. Non ha importanza se sono circolari o meno.

Inoltre, sono accettati anche i vaglia postali ed elettronici. Si possono usare anche i vaglia cambiari che sono titoli di credito di Bankitalia, validi a tutti gli effetti di legge, come gli assegni circolari o i vaglia postali.

Senza dimenticare l’addebito diretto, meglio conosciuto come domiciliazione bancaria, che si usa anche per il pagamento bollette. Il bonifico tramite banca o posta e i comuni bollettini postali sono altrettanto validi, perché tutti garantiscono il tracciamento e le agevolazioni fiscali.