Spiegare la sentenza Franzese, non è semplice, trattandosi di un linguaggio prettamente giuridico, ma cercheremo di descrivere questa sentenza, in modo che risulti facile comprendere come questa sentenza rivoluzionò il diritto penale.
Nesso tra condotta ed evento
Per iniziare a comprendere cosa si intende per nesso di casualità tra la possibilità che un evento si realizzi e la sua concretizzazione, è corretto iniziare analizzando due articoli del Codice Penale. Precisamente art 40 e art 41.
L’articolo 40 del codice penale sostiene:
“Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se l’evento dannoso o pericoloso, da cui dipende la esistenza del reato, non è conseguenza della sua azione od omissione. Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”.
L’articolo 41 del codice penale sostiene:
“Il concorso di cause preesistenti o simultanee o sopravvenute, anche se indipendente dall’azione o dall’omissione del colpevole, non esclude il rapporto fra azione od omissione ed evento”.
Il tutto, sta a indicare che, affinché si possa identificare un reato naturalistico, deve verificarsi una connessione tra il comportamento e l’evento verificato, quindi il reato si potrà definire naturalistico solo una volta concretizzato l’evento, in seguito a una determinata condotta.
Nesso tra condotta ed evento dubbi
La norma, per certi aspetti, risulta essere contraddittoria e i campi dove applicarla sono oggetto di dubbio. Dunque, la domanda che sorge spontanea è: Come determinare questo nesso di casualità e comprendere quando una persona deve essere condannata? Ecco che subentra la sentenza Franzese, in quanto prima di essa, la giurisprudenza non trovava un punto di incontro sulla probabilità imprescindibile posseduta dalla legge scientifica affinché si potesse utilizzare.
Sentenza Franzese
Nella sentenza Franzese, si fa riferimento a condotte mediche, che vanno poi ad ampliarsi alla concetto più generale della casualità omissiva, cioè comprendere cosa sarebbe potuto succedere se, in questo caso, il medico non fosse intervenuto. Come indicato nell’articolo 40, bisogna capire se il non evitare una condizione possa equivalere a indurla.
Inizialmente, per la Cassazione si parlò del 30% di probabilità di salvezza, per poter giungere una condanna. Quindi, tornando al discorso medico, un paziente con il 30% di probabilità di sopravvivenza con un medico che non agisce, in caso di morte si può parlare di condanna. Una percentuale rivista poi con le sentenze Battisti, secondo cui era necessario il 99,9% di probabilità della colpevolezza del medico prima di condannarlo. Ecco che subentra la sentenza Franzese per chiarire questo dubbio.
Sentenza Franzese a cosa fa riferimento
Per la sentenza Franzese vi è un rapporto di casualità tra il comportamento e l’evento verificatosi, solo nel caso in cui non vi sia alcun dubbio della condizione causa e effetto. Cioè la causa non deve dipendere da altri fattori che possono essere intervenuti nel mentre. Quindi la sentenza Franzese pone una differenza tra la probabilità che un evento si verifichi e la logica che porta alla totale evidenza. Andando, dunque, a escludere venuta fattori causali.
Da chi prende il nome?
Come in tutte le sentenze, il nome che ne viene trascritto riprende una delle parti presenti nella causa.