Spese condominiali arretrate: come si pagano? Che rischi di insolvenza ci sono?

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Nei momenti di crisi, può capitare di non riuscire a pagare le spese condominiali, e allora ci si ritrova a pagare degli arretrati. Ma cosa si rischia, se non si saldano questi debiti? Per saperne di più, si può continuare a leggere questa pagina.

Quali sono le spese condominiali?

E’ bene tenere presenti quali sono le spese condominiali, che non includono solo l’affitto e le bollette. Ci sono, prima di tutto, le spese ordinarie, relative alle gestione e alla manutenzione del condominio in cui si vive, come la pulizia delle scale, vari tipi di controllo e manutenzione degli impianti, le assicurazioni per le relative imposte, il compenso degli amministratori, le riparazioni di tubi idraulici e cavi elettrici.

Ci sono, poi, delle spese straordinarie, cioè spese che non vengono effettuate periodicamente, ma solo in alcuni casi. Ad esempio, l’installazione di un ascensore, se si ritiene necessario, oppure il rinnovare una facciata del condominio. Questo genere di spese, di solito, vengono votate durante l’assemblea di condominio ed i pagamenti spettano al proprietario.

Cosa succede se non si pagano le spese

Le penalità per chi non salda queste spese può variare a seconda del proprio contratto di affitto e del tipo di spesa. Se queste spese vengono decise durante le riunioni di condominio, vengono riportate nel verbale, che è un atto pubblico, e allora il proprietario o l’amministratore possono procedere per vie legali, se uno o più inquilini non aderiscono, come stabilito, alle spese. Lo stesso vale per le spese ordinarie, riportate nei contratti di affitto.

In certi casi, si può ottenere un decreto ingiuntivo contro il condominio moroso. Esso viene concesso dal tribunale e viene notificato subito al debitore, che ha circa quaranta giorni di tempo per saldare i debiti. In caso contrario, l’amministrato può procedere alla pratica di pignoramento. Anche se il condominio si oppone, il decreto resta esecutivo provvisoriamente ed è solo il giudice, a poterlo sospendere.

Il pignoramento può includere beni mobili e/o immobili del debitori, lo stipendio o la pensione (nei limiti di un quinto) e dal conto in banca. Contro i morosi, gli amministratori del condominio possono agire entro sei mesi. Nel caso che la morosità del condominio superi i sei mesi, l’amministratore può anche sospendere alcuni dei servizi condominiali, come l’utilizzo di luoghi comuni nell’edificio, come i parcheggi.

Se è un singolo inquilino, a non pagare, gli si possono comunque applicare le stesse penalità, e non è escluso che possa ricevere uno sfratto per morosità, se i termini di pagamento sono scaduti. I criteri per lo sfratto rientrano comunque nel rapporto tra il proprietario e chi affitta un appartamento, come viene specificato nell’articolo 1130-bis del Codice civile. Il proprietario, se necessario, può ricorrere sempre al tribunale l’emissione di una ingiunzione di pagamento.