Transazione fiscale: che cos’è? Quando vi si può ricorrere?

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La transazione fiscale è un modo che permette al contribuente di pagare in misura dilazionata o ridotta un credito tributario. Ma in che circostanza è possibile richiedere tale transazione? Come funziona?

Cosa prevede la legge

Si ricorre alla transazione fiscale in caso di fallimento, e il debitore può proporre di pagare i propri oneri fiscali con un pagamento dilazionato. Secondo la legge, l’Agenzia delle Entrate ha facoltà di trainsigere i tributi iscritti al ruolo, se emerge un’insolvenza da parte del debitore.

Per procedere a tale dilazione, è necessario corrispondere ad alcuni criteri, come:

  • essere qualificati come imprenditori commerciali, o imprenditori agricoli;
  • che vengano riscontrati casi di insolvenza, da parte del debitore.

Se si decide di optare per questo concordato, il debitore deve presentare una proposta formale di transazione fiscale, allegato ad un ricorso da depositare al tribunale competente, con una copia della domanda già presentata dall’Agenzia delle Entrate. Entro un mese, poi, l’Agenzia delle Entrate e l’Agente di Riscossione dovranno controllare e verificare i requisiti della domanda, provvedendo a trasmettere al richiedente una certificazione che indica il debito compressivo. L’Agenzia delle Entra può contestare i valori di liquidazione tramite un professionista, dando corso ad un risanamento a favore del soggetto interessato.

Quali debiti copre e come estinguerli

E’ ovvio che una transazione del genere copre solo alcuni tipi di debiti, ovvero quelli relativi a:

  • i tributi erariali, compresi gli interessi, le more e le sanzione, come Irpef, Irap, Ires, etc;
  • i contributi previdenziali e gli assistenziali obbligatori;
  • sanzioni amministrazione, per violazioni relativi ai tributi.

Per quanto riguarda l’IVA, resta valida solo la possibilità di dilazionarla, e l’abbattimento del debito IVA, può essere richiesto solo se il contribuente non ha occultato parte del suo attivo per pagare meno tase oppure viene attesta a saldo e stralcio il debito IVA. Sono esclusi da tale transazione, invece, i tributi locali, ovvero quelli del Comune e della Provincia, come l’IMU, la TASI o il TARI.

Il debito, poi, può essere pagato sotto qualunque forma, sempre secondo la legge fallimentare, anche tramite bene oppure operazioni straordinarie, come la compensazione del credito tributario. In qualunque situazione, la rinegoziazione dei debiti deve essere fatta sempre tramite il tribunale a cui compete.

Non si può non citare, in questo caso la legge salva suicidi, che introduce delle misure strutturali ai soggetti che si trovano in gravi difficoltà economiche, e quindi può ricorrere anche alla transazione fiscale. In questa legge rientrano soggetti che non solo sono imprenditori commerciali, ma anche professionisti, e tra i vari modi per pagare i debiti, oltre ad accordi di ristrutturazione, si può ricorrere al piano del consumatore e la liquidazione del patrimonio, ed il giudice può proporre una soluzione consultando un Gestore di Crisi.