Codice tributo 1991: cos’è, a cosa si riferisce, utilizzo

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Il codice tributo 1991, si usa nel modello F24 per versare gli interessi legali di un ravvedimento operoso, relativo all’IVA. Sono diversi i professionisti e gli esercizi che, alla fine del trimestre o del mese, devono segnare l’IVA al debito al fisco, e se quest’ultimo è negativo, si deve effettuare un versamento.

Chi usa questo codice e quando

Le aziende, i professionisti e i servizi che possono optare per la liquidazione trimestrale o mensile dell’IVA hanno un fatturato superiore ai 400,000 euro annuali. Se queste imprese vendono o si servono di prodotti, il loro fatturato deve superare i 700,000 euro, all’anno, per ricorrere questa liquidazione.

Il contribuente in questione può versare quest’IVA ogni mese, e liquidarla entro il 16 del mese successivo all’operazione. Se il versamento è trimestrale, bisogna effettuare l’operazione il 16 dei due mesi a seguire dalla prima operazione, e dopo aspettare tre mesi. Nella cadenza trimestrale, il soggetto deve pagare una percentuale pari allo 0,4 % a titolo di interesse.

Nel caso che le scadenze non vengano rispettate, si deve segnalare la violazione se non si vuole incorrere in sanzioni più onore, che possono arrivare al 30% dell’importo a debito. Questo ravvedimento operoso si deve segnalare con il codice tributo 1991, entro la data prevista, altrimenti le sanzioni cresceranno a seconda del tempo che si lascia trascorrere tra la scadenza e questo pagamento.

L’interesse legale a cui ricorre il Fisco, era pari allo 0,50 % nel 2015, mentre in precedenza era dell’1%, e quindi, per sapere quale sia la cifra esatta da pagare, è bene controllare il tasso d’interesse, dato che può cambiare ogni anno.

Come inserirlo nel modello F24

Questo codice va inserita nella sezione “Erario” del modello F24, alla voce “Imposte dirette – IVA – Ritenute alla fonte – Altri tributi e interessi“, e il contribuente dovrà compilare le colonne con le diciture:

  • codice tributo, nel quale indicherà il numero 1991;
  • l’anno di riferimento, in cui si riferisce all’anno in cui effettuare il pagamento;
  • gli importi a debito versati, nella quale si indica l’importo a debito;
  • il Totale A, che riguarda la somma degli importi a debito indicati nell’Erario;
  • il Totale B, dove si indicano gli importi a credito, sempre della sezione Erario, ma non è necessario compilarla se non ci sono;
  • il Saldo (A – B), ovvero la somma del totale A e B.

Gli altri campi non sono da compilare, e per qualsiasi chiarimento è bene rivolgersi ad un commercialista o all’Agenzia delle Entrate, per evitare ulteriori errori, soprattutto riguardanti il saldo da versare.