Pagamenti in contanti: quali sono i limiti? Cosa accade se si superano?

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Usare i contati per la spesa o pagare le bollette è piuttosto comune, ma qual è il limite massimo dei pagamenti effettuati in questo modo? Ci sono delle sanzioni se questi limiti si superano?

I limiti e le sanzioni

Secondo il decreto 124 del 2019, collegato alla Legge di Bilancio, il limite di pagamenti in contanti è stato fissato per una soglia massima di 2000 euro al giorno. Sembra, tuttavia, che nel 2022 questo limite sarà dimezzato ulteriormente a 1000 euro. La stessa legge prevede dei piani dei rateizzazione per chi deve sborsare cifre maggiori, in alcuni casi, ma la transizione dovrebbe essere comunque rintracciabile. Pagamenti che vanno oltre i 3000 euro sono concessi ai cittadini stranieri non residenti in Italia, come i turisti, che devono affrontare spese per la agenzie di viaggio e gli operatori di commercio.

Chi supera questi limiti può dover pagare sanzioni, previste nel decreto legislativo 90/2017, che possono raggiungere i 50,000 per operazione. La cifra, comunque, dipende dall’importo della violazione.

Perché sono stati stabiliti questi limiti?

Viene da domandarsi perché il Governo ha dovuto porre questi limiti. In linea generale, è per contrastare l’evasione fiscale, ma nel 2020 ciò è dipeso dai cambiamenti dovuti al COVID-19. Infatti, in molti, a seguito delle restrizioni (e quindi della chiusura di alcune attività), in molti hanno optato per acquistare presso siti di e-commerce, e quindi in contanti o altri mezzi di pagamento. Ciò ha portato anche lo Stato a promuovere il piano cashless.

Dal 2018, poi, i datori di lavoro non possono retribuire i propri dipendenti con i contanti, ma solo tramite bonifici, pagamenti elettronici e assegni bancari o postali, da versare in banca o la posta, in modo che tali somme si possano sempre rintracciare.