Quando si parla del terzo datore d’ipoteca si fa riferimento al proprietario di un immobile offerto in garanzia al momento della stipulazione del mutuo, a favore di chi contrae quest’ultimo. Ma che ruolo ha? In quali casi può intervenire questo terzo datore?
Che cosa fa il terzo datore dell’ipoteca
In base all’articolo 2868 del Codice Civile, il terzo datore d’ipoteca è chi la concede su un proprio bene, per garantire il debitore. La sua responsabilità è, quindi, vincolata a quest’ultimo, ma senza essere responsabile con esso. In pratica, il debitore può espropriare il bene ipotecato al terzo datore, ma non può chiedergli esattamente la prestazione che deriva dal contratto stipulato.
Il terzo datore, tuttavia, non risponde del rimborso del debito, ma comunque si prende un alto rischio, in quanto il bene ipotecato può essere esprorpriato o pignorato.
Esempi di terzo datore di ipoteca
Sorge spontaneo domandarsi in quali casi, in un contratto genere, venga inserito un terzo datore di ipoteca, ed uno degli esempi più tipici è quello di una coppia che acquista un’abitazione in comproprietà, al 50 %, ed in questo caso uno dei due proprietari può diventare il terzo datore.
In un altro caso, possono essere i genitori a mettere in garanzia un bene immobile per un figlio che necessita di denaro, ed in questo caso, se si richiedere un prestito presso una banca, quest’ultima può richiedere la firma dei genitori per garanzia del suo debito su un immobile o sulle loro finanze.