“Troika” è una parola russa che ha vari significati, ma si può tradurre letteralmente in “terzetto”, e nella politica dell’Unione Europea sta ad indicare l’insieme dei creditori ufficiali durante le negoziazioni con i paesi per il controllo dei programmi accordati, soprattutto in ambito finanziario. Venne usato per la prima volta nel 2010, in ambito giornalistico, ma a cosa serve, di preciso?
A cosa serve la Troika
Non essendo un organo vero e proprio, la Troika non ha delle regole formali, ma ci sono delle leggi che stabiliscono delle procedure messe in atto da essa, e i tre organismi che controllano le varie operazioni sono la Commissione Europa, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea.
Questo terzetto di enti, ha visto il suo primo banco di prova durante la crisi in Grecia, che ricevette 326 miliardi di euro, e da allora la Troika è diventata come un ente per salvaguardare i paesi in difficoltà. Lo Stato in difficoltà, tuttavia, può ricevere questi aiuti a determinati condizioni e prendendo degli impegni verso la comunità internazionale. Infatti, quest’ultimo può aderirvi se ha applicato tagli alla spesa pubblica per la sanità, l’istruzione, le pensioni, la riduzione degli stipendi nel settore pubblico, etc.
L’uso del termine “troika” in Italia
L’utilizzo di questo termine russo, in campo economico, venne usato anche in Italia, alla fine degli anni Novanta, e a formare il “terzetto” erano il Ministero delle finanze, il Ministero del Tesoro ed il Ministero del bilancio e della programmazione economica. Il primo, si prefiggeva di reperire le risorse economiche dello Stato, il secondo di distribuirle le suddette risorse e il terzo ne coordinava le attività.
Questo cambiamento avvenne per porre un unico organo per le riunioni internazionali, ma il termine “troika” venne rifiutato da alcuni ministri, visto che in origine il termine faceva riferimento a una carrozza russa a poteva avere un significato negativo oppure offensivo. In seguito, Mario Monti, ne ha parlato in più occasioni, definendola “una presenza molto intrusiva e di fatto una cessione di sovranità asimmetrica”, oppure una forma di neocolonialismo.
Le critiche alla Troika europea
La formazione di questo terzetto, tuttavia, ha suscitato non poche critiche. C’è chi ha definito la Troika una sorta di “autoritarismo emergenziale“, che fa emergere i disastri economici.
L’economista e premio Nobel Paul Krugman, accusò la Troika non di non essere stata capace di far fronte i debiti tempestivamente, visto che i soldi stanziati non erano sufficienti e concessi in ritardo. Essa, inoltre, non avrebbe senso perché si rischia un aumento di tasse ed ulteriori tagli. Il politico Jean-Claude Juncker, nel 2014, invece, ne metteva in dubbio la legittimità.
Si possono anche citare le parole dell’economista argentino Roberto Lavagna: “Pensare che uscirete dalla crisi attuando le politiche che vi raccomanda la troika è un errore gravissimo. Credere che si recupera competitività riducendo il potere di acquisto della popolazione è folle. Vi va male? Se seguite quelle ricette vi andrà peggio”.