Divisioni immobiliari: che cosa sono? Come si effettuano?

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L’atto della divisione, giuridicamente, è uno strumento con il quale si cessa lo stato di comunione di un bene immobile. Una volta effettuata, a ciascuno dei soggetti è attribuito la proprietà esclusiva di una parte di tale bene, ma qual è la procedura da seguire? Quali sono i pro e i contro?

La divisione

Di solito, la proprietà di un immobile in comune con altre persone, si verifica nei casi di ereditarietà, ed in questa circostanza la divisione viene decisa tramite un accordo privato tra i coeredi, firmato davanti a un notaio. Nel caso che gli eredi non riescano a mettersi d’accordo, è possibile richiedere l’intervento di un giudice.

Nel caso che ci si rivolga ad un giudice per tale divisione, ci si presenta davanti al Tribunale in cui la successione è stata aperta (ossia nell’ultimo domicilio del defunto), e tale istanza può essere presentata da tutti i soggetti coinvolti o da un solo erede, con un atto di citazione scritto da un avvocato. Si avvia così una procedura di mediazione, con l’assistenza degli avvocati, ma se ciò non accade il giudice può optare per la “non procedibilità“. Al giudizio per la divisione, possono partecipare anche i creditori che hanno delle garanzie sui bene dell’ereditarietà. Ad esempio, se c’è un’ipoteca su un immobile, il creditore può essere uno dei soggetti della divisione. Alla fine, il Tribunale, in base alle normative che la regolano, effettua la divisione in maniera equa.

Ovviamente, le quote in cui sono divise i beni dipendono dal rapporto che c’è con i coeredi. Ad esempio, se un immobile è diviso tra il coniuge del defunto e i figli, la quota del primo è pari a un terzo, mentre le altre vanno divise tra i figli.

I costi e le tassazioni

Il costo della divisione di un immobile può variare a seconda del valore di quest’ultimo. Se il suo costo si aggira tra i 25,000 e i 500,000 euro, in media il coso è pari all’1,078 %, mentre per gli immobili da 500,000 euro in su, in media la percentuale può raggiungere lo 0,440 %. Tutte le spese e le competenze del Tribunale, dal Giudice ai periti e al notaio, sono a carico da tutti i coeredi, che dovranno pagarle in base alla proporzione della loro quota. I costi di mediazione possono aggirarsi tra i 10,000 e i 20,000 euro, ma se i tempi si alluna per un periodo superiore ai cinque anni, questi costi possono salire.

La tassazione e le divisione di questo procedimento sono regolate dall’articolo 34 del Tur e dall’articolo 3 del Testo Unico, che indica quali aliquote applicare. Le imposte di registrano, invece, sono pari all’1%. Si devono, poi, contare il bollo e le tasse ipotecarie.